

Quest’opera esplora una condizione universale: l’incertezza che accompagna il momento in cui ci si apre a un legame. Desiderio e timore convivono — da un lato la spinta a lasciarsi avvicinare, dall’altro la paura che le cicatrici del passato possano riaprirsi. Due veli rossi, che avvolgono i volti dei protagonisti, diventano metafora di protezione, di quella distanza che istintivamente erigiamo per non essere feriti. Eppure, tra i veli corre un filo di cucitura: segno di un legame fragile ma necessario. Il titolo Nodi di voce richiama queste cuciture che tengono insieme i tessuti. Tutte partono dall’orlo dei veli, tranne una: un filo rosso e bianco che cuce le bocche. È lì che il gesto diventa dichiarazione: il dialogo autentico, quando nasce, ha la forza di sciogliere i nodi interiori e trasformarsi in cura, ricomponendo le ferite e rendendo possibile l’incontro.